Passa ai contenuti principali

In primo piano

Basalisc - 8 scatti - Tempesta Vaia - Marco Martalar - Cevo - Valsaviore - Brescia - Lombardia

Si mostra seminascosto sul dosso, come fosse un predatore in agguato, e in tutta la sua imponenza, non appena si arriva al piazzale antistante lo Chalet Pineta: basta rivolgere lo sguardo in direzione del massiccio della Concarena. Da qualche giorno è infatti impossibile a un visitatore giunto a Cevo non scorgere la grande scultura che raffigura la mitologica effige del Basalisc, realizzata in poco più di un mese di lavoro dall’artista Marco «Martalar» Martello impiegando i rimasugli lignei lasciati sul terreno, quasi cinque anni fa, dal devastante passaggio della tempesta Vaia.  

Santuario Madonna del Buso – 10 foto - Gallio (Vicenza)

Santuario Madonna del Buso dopo la tempesta di fine ottobre 2018.

Uscendo dal centro di Gallio, verso la frazione Stoccareddo, proprio là dove il fondo valle si restringe in una strozzatura che, allargandosi poi, continua in direzione di Valstagna, tra due alte pareti di roccia è possibile scorgere, quasi addossato alla montagna, il Santuario della Madonna del Buso, o Santuario della Beata Vergine del Caravaggio. La chiesetta si trova in un’angusta valle, in un luogo ricco di fascino e di mistero, che invita al raccoglimento.
Il modesto tempio, dedicato alla Madonna, appare come un umile fiore in mezzo a una cornice naturale ricca di verde, ma selvaggia: un invito a sostare e ad elevare lo spirito.
Qui nel 1829, in un giorno di primavera, approdò un eremita appartenente al Terz’ordine di S. Francesco: Fra Battista di Casera d’Agordo. Quest’ultimo, di ritorno da uno dei suoi pellegrinaggi, in una sera di tempesta, rimase bloccato in località Buso, al riparo di qualche pianta.
La mattina decise che lì, su quell’orrida gola, occorreva gettare un ponte che congiungesse le due rive. Inoltre, occorreva edificare una chiesina, punto di sosta per i viandanti e soprattutto luogo di culto della Madonna. Infine, era necessario costruire un minuscolo eremitaggio, dove egli stesso avrebbe trascorso il resto dei suoi giorni da eremita. Quello che sembrò l’ingenuo sogno di un uomo ricco soltanto di fede e di devozione a Maria, nel giro di quattro anni divenne realtà: ponte, chiesetta, eremitaggio furono costruiti, e successivamente venne innalzato anche un campanile. Durante la Grande Guerra, nemmeno il Santuario della Madonna del Buso fu risparmiato. Occorrerà attendere la fine degli anni Venti per vederlo ricostruito nella forma attuale.










Post più popolari